domenica 7 dicembre 2008

Scrivo



Non posso far altro che scriverti.
Scrivo perché non posso sentirti,
scrivo perché non posso vederti,
scrivo perché è ciò che mi resta, mentre l’altra parte di me si diverte a volatilizzarsi per poi ritornare con il carico della sua esperienza al seguito. Mi parla, mi racconta, ma ci accorgiamo di essere sempre allo stesso punto. Quel briciolo di fiducia che le avevo lasciato in custodia si è volatilizzato insieme ai secondi e ai minuti trascorsi in volo, e non è più tornato indietro.
Mi dispiace per questo: forse era proprio quel briciolo che mi faceva ancora assaporare l’effervescenza del mio animo, ora non ne ho più..come nel peggiore degli incubi è stata strappata via dalla sua terra. E allora? Dovrò pur cadere in piedi. Come farei a resistere a tanto altrimenti? Ecco, estraggo dal cassetto del mio animo questo foglio che avevo lasciato in bianco nell’attesa di poterlo riempire di te, ma è passato troppo tempo ormai e per non lasciarlo ingiallire ci sto scrivendo su, nonostante tutto.

Quanto vorrei poter credere che prima o poi ti ritroverò,
quanto vorrei ancora credere di essere pronta a riconoscerti,
quanto vorrei ancora sperare di sconvolgere tutto ciò che ho costruito fin ora solo perché sei tu a chiedermelo con la tua gentilezza e la tua dolcezza.
Quanto vorrei che fosse proprio quella dolcezza che conosco bene a tenermi compagnia,
tutte le volte che mi sento giù,
tutte le volte che non gira affatto bene,
tutte le volte che il mio mondo d’improvviso si svuota. Quella dolcezza che ho sognato, immaginato, controllato, osservato…quella dolcezza che conosco bene, perché è l’unica in grado di esplorarmi, di analizzarmi e comprendermi. L’unica alla quale non so resistere, l’unica alla quale lascio aperte le pagine del mio libro, triste e scuro. Ma succede ogni volta così, la tua dolcezza colora e illumina, è un miracolo del quale sono testimone, lo giuro, l’ho visto, c’ero e ne sono ancora stordita. La magia del tuo suono irrompe nella mia aria solitaria, la destabilizza e la scioglie.
E allora?
Mi chiedo perché mai ci metti così tanto ad arrivare, eppure il suono di quella voce era stato chiaro. Saresti arrivato presto, ne ero sicura. Ora quella certezza mi manca e vacillo nei miei pensieri, nei miei dubbi, nelle mie domande, si, sai benissimo, che mi sono sempre riempita di punti interrogativi, di occasioni da scoprire. E lo faccio ancora.

Mentre sull’uscio di casa, mi diverto ad ascoltare i tuoi passi, non perdo tempo. Entro e ti scrivo, come sto facendo ora. Solo questo mi resta. Parlarti nell’intimità dei miei silenzi.
Ti chiedo di essere veloce, di trovare la strada giusta,
ti chiedo di non perderti nelle traverse dei miei giorni, ma seguire le indicazioni come hai letto. Sono precise, non puoi sbagliare..nel frattempo ti scrivo, e rileggo i sogni, che tanto di te mi hanno confidato e tu neanche lo immagini. Poi ti racconterò tutto, lo prometto.

Scrivo perché non posso sentirti,
scrivo perché non posso parlarti,
scrivo perché non posso vederti,
ma solo per un po’.